MORTARA - “Vaffa te e la mascherina!”. Così i “no-mask” contagiano anche quelli della terza età. Che paradossalmente sarebbero anche i soggetti più a rischio, più fragili. Ma che talvolta si mostrano estremamente spavaldi, arroganti, perfino maleducati. Almeno nei confronti di chi si trova dall’altra parte della barricata. O meglio, della vetrata. In questo caso il “campo di battaglia” è stato il separatore in plexiglass dell’edicola del Comune, centralissima, in piazza Martiri della Libertà. Per fortuna dall’altra parte del vetro c’è chi non si nasconde e reagisce. “Lunedì mattina – racconta la titolare dell’edicola Simona Bagna – verso le otto si è presentato alla soglia dell’edicola un cliente anziano, privo di mascherina. Gli ho subito fatto presente che, come indica chiaramente anche il cartello affisso all’ingresso, doveva obbligatoriamente indossarla, come da norma ormai consolidata e accettata da quasi tutti ormai da molti mesi, quando si tratta di ambienti chiusi. Ed ora è obbligatoria anche all’aperto per giunta”. Al cortese invito di indossarla per entrare in edicola, la risposta raggelante, ancor più perché rivolta a una donna: “Vaffa... te e la mascherina!”. “A quel punto – continua il racconto Simona Bagna (nella foto) – mi sono rifiutata di servirlo. Il potenziale cliente se n’è andato velocemente, sempre senza mascherina. E’ la prima volta che mi capita di essere aggredita verbalmente in questo modo. Aldilà dell’offesa, il problema è che se non si indossa la mascherina si diventa un rischio per gli altri. Non è solo una questione di educazione”. Ne ha viste tante Simona Bagna. Lei e tanti colleghi edicolanti che anche nel pieno lockdown hanno continuato ad alzare la saracinesca all’alba per sfamare il pubblico dalla voglia di notizie. Quanti contagiati oggi? Quanti nuovi ricoveri nella mia città? Quanti morti? Senza falsa retorica questi lavoratori, così come i cassieri dei supermercati e tutti coloro che anche durante i mesi bui della chiusura totale hanno continuato a svolgere il loro mestiere, così come tutti gli operatori del settore sanitario, sono eroi della prima linea. Il ringraziamento, in questo triste e si spera isolato episodio, è stato un bel “Vaffa”.Riccardo Ca